Siamo partiti, l’anno scorso, con l’immagine dell’ecosistema di un bosco ricco, variegato e complesso, capace di emanare profumi e riflettere i colori nelle nostre comunità. Esistono altre componenti – dentro e fuori dal bosco – che fanno comunque parte di questo ecosistema: sono ‘le erbacce’, quelle che nascono, crescono e, a volte, si moltiplicano. Credo si debbano produrre nuovi strumenti, che sia utile ripensare il modo in cui si osservano le cose: è utile attrezzarci per rispondere a una crisi, o meglio a un “sistema-erbaccia” particolarmente mordente e complesso. Ripartiamo ragionando sull’identità del volontariato e sul suo ruolo, pensiamo a quali responsabilità abbiamo o vorremmo avere all’interno di un sistema socio-politico e istituzionale che troppo spesso non riesce più a garantire a tutti i cittadini gli stessi diritti.
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“Alberi, boschi, erbacce”, di Mauro Ferrari*
Come è composto il nostro ecosistema?
Animali e vegetali che lo compongono sono in parte autoctoni (“nati qui”, “qui da sempre”), in altra parte stiamo convivendo con specie sempre più diverse, a volte volute (come quelle che coltiviamo: il pomodoro o il mais; o come gli animali da importazione, da lavoro o da compagnia), altre volte sono capitate qui, o introdotte clandestinamente (il pesce siluro, le nutrie, o l’hyphantria, solo per fare alcuni esempi di specie invasive).