Festa del Volontariato di Cremona: il primo passo! Ora tocca a Crema

Una trentina di associazioni hanno preso parte alla prima riunione organizzativa in vista della festa del volontariato di Cremona. Per l’occasione il presidente del Cisvol Giorgio Reali, affiancato da Daniela Polenghi e Agostino Tonarelli per il gruppo dei Forum provinciali,  ha preparato un documento che – insieme al tema portante dell’Anno Europeo dell’Invecchiamento Attivo e della Solidarietà fra Generazioni – indica alcuni dei punti- chiave della nuova edizione. Una nuova festa che sarà segnata anche dalla vicinanza e dal possibile impegno della comunità cremonese a sostegno delle provincie colpite dal terremoto. Dalla vicinissima Mantova, fino al cuore dell’Emilia. Ricordiamo che un simile incontro per la festa di Crema è previsto per 5 luglio alle ore 17.30 nella Sala dell’Oratorio di via Forte 1, a Crema

«Penso non si possa cominciare senza avere un pensiero sull’analisi di contesto  della crisi – ha esordito – , un fatto che ci mette tutti i giorni di fronte alle difficoltà , di fronte ai cambiamenti che stanno avvenendo nelle nostre società . Noi siamo preoccupati e sentiamo la responsabilità di  chiedere che tutto ciò avvenga  nell’equità e nella giustizia. Sentiamo il richiamo della Costituzione italiana, che è un esempio chiaro di questa prospettiva. Essa riconosce i diritti umani e li lega ai doveri della solidarietà, dichiarando che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli economici e sociali che impediscono, di fatto, la piena integrazione dei cittadini».

Il mondo dell’associazionismo è chiamato a una sfida: trovare nelle asperità della crisi opportunità  di rigenerazione, rilanciando la bellezza del prendersi cura della comunità, attribuendo a tale impegno un valore politico e culturale capace di aggregare tanti, proponendo ampi spazi e luoghi di partecipazione nella realizzazione di una proposta di un nuovo progetto di società. Serve una nuova capacità di vedere e pensare il futuro, un’assunzione collettiva delle responsabilità dei cambiamenti, partecipati e condivisi in un modo sussidiario e solidale.

Molti segnali  ci indicano la presenza  e la radicalizzazione, nei nostri territori e nel nostro Paese, di un grande tesoro di gratuità e partecipazione. E’ un patrimonio accumulatosi nelle mobilitazioni per i beni comuni e attraverso la generosità invisibile di molti volontari, insegnanti, educatori,associazioni educative, testimoni, famiglie, movimenti politici e organizzazioni religiose. Tutti devono essere responsabili e coinvolti nella proposta di cambiamento: questo tesoro oggi può e deve essere uno stimolo forte una proposta qualificata  per la costruzione di un welfare solidale efficiente, giusto ed equo verso tutte le persone.

Quindi un invito di cercare insieme agli attori tutti della  comunità affinché si possa aprire un dibattito, si possano  costruire percorsi sui temi che oggi sono  prioritari e, senza voler predefinire in termini rigidi gli ambiti della riflessione, il volontariato, il Terzo settore mette a disposizione il proprio contributo e per questo c’è bisogno di rafforzare le reti mettere insieme le idee, le competenze senza confusione o perdite di identità e ruoli.

Riflessioni ed impegni che cominciano con la gratuità, fare in modo che la cultura della gratuità torni alla  cittadinanza come solidarietà e sussidiarietà solidale, non intesa solo come assenza di  compenso o retribuzione, ma come rifiuto dell’etica mercantilistica. Il volontariato diventa così presa  in carico della convivenza umana e, di conseguenza, impegno che contribuisce a una  nuova cultura comune.

«Questo implica il superamento dell’individualismo – continua Reali -: ciò non è adatto ad affrontare la crisi. In un tempo di minori risorse, porterebbe inevitabilmente a una guerra di tutti contro tutti, nella quale i più deboli avrebbero la peggio. Solo ricostruendo una vera e radicata cultura dell’essere e del fare insieme,del prenderci insieme cura della comunità, potremo costruire una società migliore.  Nel percorso compiuto in questi ultimi anni, abbiamo imparato che scommettere sui giovani non significa renderli destinatari della nostra  proposta paternalistica, ma protagonisti di spazi che vanno liberati dall’eccessivo controllo degli adulti per costruire una reale alleanza  di solidarietà intergenerazionale».

Da qui la volontà di favorire un volontariato giovane, con modalità innovative di promozione, accoglienza, “cura” dei volontari junior da parte delle organizzazioni, cooperando tra volontari di diverse generazioni, con democrazia interna, ricambio generazionale,  crescita e apprendimento per organizzazioni migliori.

Gli strumenti per questa crescita sono le scelte educative, la formazione continua. C’è esigenza di formare e migliorare nuove coscienze, consapevolezze, responsabilità e nuove culture sociali. Società civile, mondo dell’educazione e della formazione, operatori culturali e della comunicazione, decisori politici ed anche i Centri di Servizio al Volontariato  devono impegnarsi per la costruzione di modelli culturali e cittadini attivi che vedano un futuro più equo.

«Una nuova cultura dell’interesse generale che si tocchi con mano non può che passare attraverso protezione e valorizzazione dei beni comuni. L’acqua, l’aria, l’ambiente, un parco, la fruibilità di una scuola, di un giardino pubblico, la trasparenza dell’amministrazione pubblica, il livello di legalità di un territorio, la possibilità di mandare tutti i figli al nido e a scuola, rendono bene il senso di cosa può impegnarsi per una causa comune per un bene comune. Queste sono percorsi, strade attraverso le quali vogliamo portare ad un nuovo impegno pubblico, nel quale imparare a farsi i “fatti di tutti”, cioè a darsi carico dei bisogni della comunità cioè degli altri partendo da noi stessi per una comunità che garantisca un livello di salute e benessere per tutti».

Volontariato e Terzo Settore hanno sicuramente una grande opportunità di esprimere la propria capacità propositiva,  culturale, di vicinanza  ed osservatrice dei bisogni e dei cambiamenti  che possano ricondurre la politica alla sua vera funzione di servizio, discreto, disinteressato, sussidiario per la tutela del bene comune e stimolare di assumere con coraggio l’associazione dell’impegno politico alle cultura della gratuità e responsabilità.

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